Il trattamento dei disturbi del sonno può includere diversi tipo di terapia: farmacolgica, non farmacologica e protesica unitamente adf un approccio psico-educazionale.
In progress
TERAPIA FARMACOLOGICA
La terapia farmacologica è uno degli approcci possibili per alcuni disturbi del sonno. Dopo un corretto inquadramento del paziente e una adeguata diagnosi differenziale il medico valuterà se necessario e adeguato proporre l'utilizzo di un farmaco.
Negli anni sono state sviluppate numerose terapie farmacologiche che hanno dimostrato la loro efficacia e sicurezza nel trattamento dei disturbi del sonno quali le insonnie, la sindrome della gambe senza riposo, i disturbi del ritmo circadiano, le ipersonnie.
Insonnie
La terapia farmacologica è spesso il primo trattamento dell’insonnia consigliato dai medici di base. E' generalemnte consigliata in presenza di insonnia a breve termine attraverso l'ulizzo di farmaci ipnpindicenti quali le benzodiazepine (BDZ) o farmaci benzodiazepino-simili (imidazopiridine e ciclopirroloni).
L’utilizzo di farmaci ipnotici o di ansiolitici con funzione ipnotica (BDZ) è sconsigliato per un tempo superiore alle 2 settimane in quant, con il tempo, si possono sviluppare assuefazione e tolleranza e una loro assunzione prolungata rappresenta un importante fattore di mantenimento del problema di sonno.
Per il trattamento delle insonnie croniche è indicta, come prima scelta la terapia comportmentale per l'insonnia (vedi sotto) o, in alternativa l'utlizzo di farmaci ad azione antidepressiva, i neurolettici, la melatonina o i nuovi farmaci che agiscono sulle oressine.
In progress
Sindrome delle gambe senza riposo
Dopamini-agonisti
Carbidopa/Levodopa
Oppiodi
Benzodiazepine
Anticonvulsivanti
Supplementazione a base di ferro
Ipersonnie
Disturbi del ritmo sonno-veglia
In questo tipo di disturbi la terapia di prima scelta è di tipo cognitivo-comportamentale eventualmente abbinata a Melatonina preferibilmente a lento rilascio.
TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
Negli anni sono state elaborate, ed hanno ampiamente dimostrato la loro efficacia, numerose terapie di tipo non farmacologico quali esposizione alla luce (Bright Light Therapy-BLT), tecniche di rilassamento, training autogeno, controllo dello stimolo, regole di igiene del sonno, terapia cognitiva, biofeedback, restrizione del sonno, cronoterapia) tanto che, attualmente per alcuni disturbi del sonno sono cosiderate prima scelta terapeutica.
I trattamenti non farmacologici prevedono l’utilizzo di differenti metodiche, singolarmente o variamente combinate in modo da strutturare un programma di terapia comportamentale o cognitivo-comportamentale-TCC (Chesson et Al., 1999; Morin et Al., 1999; Petit et Al., 2003; C.M. Morin e C. Espie, 2004; Morgenthaler et Al., 2006; Morin et Al., 2006).
La TCC agisce sui fattori che perpetuano l’insonnia nel tempo, i quali includono una eccessiva quantità di tempo trascorso a letto, l’abitudine ai sonnellini diurni, ritmi di risveglio e di addormentamento irregolari, le preoccupazioni eccessive rispetto alla perdita di sonno, la ruminazione sulle conseguenze diurne e l’ansia da prestazione (Morin & Espie 2004) e agiscono direttamente sul processo omeostatico, sui ritmi circadiani che regolano il nostro sonno e sulla iperattivazione fisiologica (arousal), cognitiva ed emotiva.
L’obiettivo della TCC è, infatti, quello di modificare le cattive abitudini legate al sonno, di regolare il ritmo sonno-veglia, di correggere credenze distorte e attitudini errate verso il sonno e di ridurre l’arousal.
La TCC comprende quindi tre componenti: comportamentale, cognitiva e psico-educazionale che si indirizzano a diversi aspetti dell’insonnia, dei disturbi del ritmo sonno-veglia, dei disturbi respiratori nel sonno e delle ipersonnie.
Queste tecniche devono essere gestite da personale sanitario (psicologi e psicoterapeuti), specializzato e opportunamente formato.
TERAPIA PROTESICA-VENTILATORIA
La ventilazione notturna in pressione positiva continua (CPAP) è un presidio che si basa sull’utilizzo di una maschera nasale mediante cui si applica una pressione positiva a livello delle vie aeree superiori. Le pressioni di erogazione terapeutiche possono essere variate sulla base delle necessità dettate dal singolo caso in questione, e in genere rientrano in un range compreso tra 7 e 18 cmH2O. E’ sempre necessario, una volta posta diagnosi di OSAS e stabilita l’indicazione all’uso del presidio terapeutico, procedere alla titolazione, o taratura, del dispositivo CPAP.
La titolazione consiste essenzialmente nell’effettuare alcuni giorni (in media tre) di uso controllato, eventualmente in corso di PSG, dell’apparecchio allo scopo di stabilire la corretta pressione terapeutica per il paziente, definita come l’intensità di pressione che mantiene la pervietà delle vie aeree superiori con una pressoché totale scomparsa degli episodi apnoici.
In caso di OSAS non complicata la taratura della CPAP viene effettuata in regime ambulatoriale al domicilio del paziente mediante Autoset, in caso, invece di OSAS complicata da patologie pneumologiche e/o neuromuscolari viene effettuata una taratura di apparecchiatura BiLevel (con pressione di esercizio sia in inspirazione che in espirazione) da titolare in laboratorio (in regime di ricovero o night hospital).
La BIPAP è simile ad una CPAP ma fornisce diversi livelli di pressione per l'inspirazione e l'espirazione.
Nel caso di overlap syndrome (pazienti affetti anche da BPCO) dovrà essere utilizzato questo tipo di respiratore da titolare in laboratorio dopo aver effettuato una titolazione CPAP.