Le parasonnie consistono in esperienze, azioni, atteggiamenti più o meno complessi, motori e/o comportamentali che avvengono all’inizio, alla fine o durante il sonno, e nel passaggio da uno stato di sonno più profondo a quello più leggero. La coscienza umana varia tra la veglia e il sonno, e quest’ultimo viene diviso in fasi di sonno non-REM (NREM) e REM. È la sovrapposizione anomala che può avvenire tra questi tre stadi diversi a generare e a caratterizzare tipi diversi di parasonnie: avremo così parasonnie legate al sonno NREM e parasonnie legate al REM, oltre a parasonnie non relegabili ad uno specifico stadio (International Classification of Sleep Disorders. 3nd Ed. Darien, IL : American Academy of Sleep Medicine; 2014).
PARASONNIE LEGATE AL SONNO NREM
PARASONNIE LEGATE AL SONNO NREM
Tendono solitamente a manifestarsi con effetti disinibitori su atteggiamenti molto elementari e primordiali, come cibarsi, la sessualità e l’aggressività. Il meccanismo alla base di tali processi consiste in cambiamenti dell’attività cerebrale in sonno NREM, in cui, essenzialmente, una parte di cervello rimane addormentata e l’altra parte sveglia. La coscienza è solo parzialmente conservata in certi casi, totalmente soppressa in altri, e la componente motoria, normalmente decrementata o soppressa durante il sonno, rimane attiva. Condizioni di frammentazione, instabilità o incrementata inerzia del sonno al risveglio, oltre ad una scorretta igiene del sonno data da orari irregolari, deprivazione cronica, abuso di sostanze o stress possono contribuire a scatenare episodi parasonnici.
Di questo gruppo di disturbi fanno parte i disordini del risveglio, i risvegli confusionali, il sonnambulismo e lo sleep terror (o pavor notturno), caratterizzati da un incompleto risveglio dal sonno, generalmente brusco o traumatico, e da uno stato di parziale incoscienza del soggetto, che appare difficilmente risvegliabile, temporaneamente non responsivo e confuso. Nel caso del sonnambulismo, il paziente, alzatosi dal letto, mette in atto generalmente atteggiamenti riguardanti il suo vissuto quotidiano, di varia complessità, ma dei quali non riporta alcun ricordo al risveglio o al mattino successivo. Buona norma in questi casi è rendere l’ambiente circostante il più sicuro possibile, in modo tale da prevenire eventuali rischi per la salute del paziente. L’amnesia dell’accaduto caratterizza anche il pavor e l’arousal confusionale, in cui di solito non viene abbandonato il letto e la sensazione di disagio legata all’accaduto scompare non appena l’episodio, di breve durata, termina. Sono disturbi tipici dell’infanzia e dell’adolescenza che tendono a scomparire fisiologicamente con il progredire dell’età. Una storia familiare positiva è dimostrata essere altamente predittiva per queste parasonnie.
All’interno di questo gruppo trova spazio anche il Disturbo Alimentare del Sonno (SRED), caratterizzato da abbuffate notturne, sempre in uno stato di minima coscienza, difficile risvegliabilità e amnesia parziale o completa successiva all’accaduto. Anche in questo caso si tratta di una condizione favorita dalla familiarità e da una storia di sonnambulismo antecedente i primi episodi. Tende ad avere, a differenza dei precedenti, un decorso cronico che va trattato in maniera adeguata onde evitare complicazioni successive ai rischi a cui il soggetto potrebbe esporsi durante gli eventi critici.
PARASONNIE LEGATE AL SONNO REM
Al contrario delle precedenti, solitamente le parasonnie REM sottendono un meccanismo più neuropatologico, che può manifestarsi con patologie di tipo degenerativo anche a distanza di parecchi anni dalla prima diagnosi di parasonnia. Si differenziano da altri disturbi del movimento in sonno, in quanto i primi tendono ad essere più simili ad automatismi, movimenti semplici e ripetitivi, mentre la parasonnia ha una caratteristica comportamentale e motoria molto più complessa. Mentre nelle parasonnie NREM non è necessario ricorrere ad approfondimenti strumentali, in quanto un’attenta anamnesi medica può essere sufficiente, in questo caso l’utilizzo di VPSG o PSG è imprescindibile per porre diagnosi.
Tra i maggiori esponenti di questo gruppo vi è il Disturbo Comportamentale in Sonno REM (REM Behavior Disorder-RBD), in cui l’atteggiamento complesso motorio-comportamentale in sonno è legato ad un contenuto onirico (essendo il sonno REM lo stadio in cui generalmente sogniamo) molto coinvolgente dal punto di vista emotivo. Il soggetto può assumere atteggiamenti aggressivi, spiacevoli e pericolosi, per se stesso e per l’eventuale compagno di letto. Se risvegliato, riacquista rapidamente lucidità ed è in grado di narrare l’accaduto così come si presentava nel suo sogno. Può essere favorito da uno stato di stress emotivo, deprivazione di sonno, assunzione di sostanze stupefacenti, farmaci o alcool. Tende a presentarsi maggiormente in adulti al di sopra dei 50 anni (con una prevalenza da 0.38 a 0.5%), anche se non mancano casi in età più giovanile. Condizioni mediche sottostanti come la Malattia di Parkinson, l’atrofia multisistemica, la demenza con corpi di Lewy, la narcolessia e lo stroke sono altamente predisponenti.
Le Paralisi del Sonno sono perlopiù legate al passaggio dallo stadio di sonno REM allo stato di veglia e viceversa: si manifestano con episodi della durata che va da pochi secondi al minuto, caratterizzati dall’impossibilità di compiere movimenti volontari e parlare, conservando però la capacità di respirare e muovere gli occhi. Fino al 75% dei pazienti riferisce allucinazioni uditive, visive e tattili, o la presenza di qualcosa o qualcuno nella stanza. Il soggetto è cosciente, conserva memoria dell’accaduto e, proprio per questo, specialmente i primi episodi possono essere estremamente stressanti e ansiogeni. Nonostante interessi buona parte della popolazione (prevalenza che varia dal 15 al 40%) è un disturbo misconosciuto, per il quale non sussiste indicazione medica, se non il mantenimento di orari di sonno il più possibili regolari e consoni alle esigente soggettive. Gli episodi tendono a scomparire diminuendo in frequenza e intensità nel corso degli anni. Infine, gli Incubi notturni: principalmente presenti nella seconda metà della notte (in cui la percentuale di sonno REM è maggiore), sono caratterizzati da sogni vividi e particolarmente realistici, spaventosi e ansiogeni. Ne soffre almeno il 60-75% dei bambini (nonostante differenziarli da pavor notturni o risvegli confusionali possa essere difficile), con un picco nell’età compresa tra i 6 e i 10 anni che tende a decrementare nell’adulto e a permanere come disturbo soprattutto in soggetti ansiosi o nelle sindromi post traumatiche.
ALTRE PARASONNIE
La sindrome da Exploding Head consiste letteralmente nel percepire, al momento dell’addormentamento o del risveglio, un rumore sordo e violento, come un’esplosione nella testa, fastidioso e ricorrente nella stessa notte (o raggruppato in cluster periodici), molte volte accompagnato da un senso di paura generalizzata, perché confuso erroneamente con sintomi ascrivibili a patologie acute ben più gravi, come l’ictus. La conseguenza più significativa riferita è l’insonnia, dovuta più che altro alla paura che l’evento si ripresenti. Le allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche (in base a se si presentino all’instaurarsi del sonno o al risveglio) sono delle vere e proprie allucinazioni di tipo visivo, tattile o uditivo, anche in questo caso dovute alla parziale sovrapposizione tra lo stato di veglia e quello di sonno (REM), che tendono a scomparire nel giro di pochi minuti o secondi. Possono presentarsi nei casi di narcolessia (in cui il sonno REM è anticipato o addirittura coincide con le prime fasi dell’addormentamento) o accompagnarsi alle sopracitate Paralisi del Sonno. L’enuresi notturna può essere di tipo primario o secondario, e consiste nella perdita di urina durante la notte dovuta ad una difficoltà a risvegliarsi consecutivamente allo stimolo di dover andare ad urinare. Viene posta diagnosi in pazienti al di sopra dei 5 anni di età, per i quali il problema si presenti almeno due volte alla settimana e almeno una volta ogni 6 mesi. L’enuresi può essere legata, nel bambino, a problematiche della sfera affettiva e psicologica, può essere secondaria a patologie mediche ed eventualmente contestualizzata se vi sia un sospetto diagnostico di epilessia notturna. Il Sonniloquio, che può consistere nel vocalizzare in maniera indefinita o nel parlare chiaramente durante il sonno, è idiopatico (ossia senza delle cause effettive che lo generino) o ascrivibile ad RBD o ad arousal confusionali. È molto diffuso tra la popolazione di ambo i sessi (almeno per il 66%), può risultare fastidioso per i compagni di letto del soggetto che ne è affetto, ma non è considerabile come una patologia, i conseguenza non viene trattato.